consegnato questa settimana è
la loro incertezza. Dopo due mesi laterali (settembre ed ottobre) ed un mese
fortemente rialzista (novembre), che ha disegnato sui grafici una sorta di
scalino rialzista a doppia cifra, ora sembra tornato l’equilibrio tra compratori
e venditori ed il mercato si è preso una pausa di riflessione poco sotto i
massimi storici di area 3.700 dell’indice più importante del mondo, l’americano
SP500.
Non c’è dubbio che il tono di fondo permanga rialzista, grazie all’inerzia
accumulata con lo strappo di novembre. Ma proprio l’eccesso di euforia mostrato
in quel mese ha provocato una sorta di indigestione da parte dei compratori, che
si trovano ora nell’impossibilità materiale di mantenere la velocità di crescita
degli indici che si è vista a novembre. Questa diminuzione del ritmo rialzista
porta qualcuno a prendere profitto ed accresce la dimensione degli ordini di
vendita. Pertanto è tornato un maggior equilibrio tra compratori e venditori.
Del resto molte scommesse delle scorse settimane si sono avverate. La lotta
per la Casa Bianca si è ormai risolta, anche se Trump non ha concesso e credo
che non concederà mai l’ammissione di sconfitta. Il Vaccino Pfizer è arrivato
ufficialmente in Gran Bretagna e oggi inizierà la fase finale della valutazione
anche da parte della FDA americana. C’è stato qualche intoppo, sulle forniture e
sui casi di allergia, ma la fiducia che questa sarà l’arma letale per il virus
al momento non sembra scalfita.
Se resta un forte ottimismo sul futuro sanitario ed anche politico, per il
ripristino dell’educazione diplomatica ed il ritorno al multilateralismo, di cui
Trump ha fatto scempio nei 4 anni di reggenza, non va dimenticato però che il
presente presenta parecchie criticità.
La pandemia in USA sta battendo ogni giorno nuovi record e, per colpa del
mancato rispetto del distanziamento durante i pranzi della Festa del
Ringraziamento, la curva dei contagi da qualche giorno è tornata a salire con
notevole inclinazione, stabilmente oltre i 200.000 contagi quotidiani, mentre
gli ospedali raggiungono la saturazione al 90% dei posti Covid disponibili ed i
morti giornalieri ieri hanno stabilito il nuovo massimo storico a quota 3.053.
Intanto comincia a vedersi anche nelle statistiche economiche l’effetto delle
misure restrittive adottate da tutti gli stati USA. Ieri ha fatto abbastanza
scalpore la forte crescita settimanale delle richieste di sussidi di
disoccupazione, lievitate a 853.000 (+137.000 rispetto alla settimana
precedente) contro le attese di 720.000. Ed altre 427.000 si sono aggiunte ai
programmi straordinari di sussidio pandemico che scadranno il 26 dicembre.
Urge un accordo bipartisan al Congresso per rinnovare il finanziamento
statale di questi programmi ed evitare un’ondata di fallimenti personali e
imprenditoriali. Intanto la sabbia scorre nella clessidra ed il 18, tra soli 6
giorni lavorativi, il Congresso sospenderà i lavori per le festività natalizie.
I mercati ieri speravano che la BCE fornisse, almeno lei, una dose di
stimolanti sufficiente adimenticare il presente e tornare a pensare al futuro
radioso. Ma da Francoforte è arrivata poca adrenalina, meno di quanta i mercati
sperassero. Intanto l’ufficio studi BCE ha rivisto al ribasso la crescita della
zona euro e certificato che il quarto trimestre 2020 porterà un -2,2% al PIL,
che causerà un risultato annuale in calo del -7,3%. Meglio delle attese
primaverili, che vedevano un -8%, e grazie al buon rimbalzo del 3° trimestre,
quello estivo. Ora però l’autunno porta un secondo impulso recessivo che ha
obbligato a ridimensionare le attese di crescita 2021 ad un +3,9%, ben lontano
dal recuperare quel che si è perso quest’anno. Sempre si verifichi lo scenario
base. Perché se dovesse avverarsi lo scenario peggiore, basato su una scarsa
efficacia delle vaccinazioni, il PIL previsto il prossimo anno si fermerebbe ad
un misero +0,4% e addio recupero.
Per aiutare l’economia la BCE ha varato quel che ci si attendeva, ma nulla
più. Un po’ di maquillage alle varie misure già in essere e l’ampliamento del
PEPP, il piano straordinario di QE aggiuntivo pandemico. La somma è stata
portata a 1.850 mld con un aumento di 500 e l’estensione di 9 mesi, fino a marzo
2022, della copertura. Oltre a questo solo disponibilità a fare magari anche
altro, se e quando sarà necessario. Il cocktail BCE non è stato per nulla
stimolante e le borse europee hanno chiuso mestamente, con leggeri cali, anche
la seduta di ieri. Anche a Wall Street i listini hanno avuto difficoltà a
scegliere tra futuro radioso e presente schifoso, e pertanto non hanno deciso
nulla, chiudendo la seduta in lieve calo su SP500 e Dow Jones ed in lieve
rialzo, dopo la botta del giorno prima, sul tecnologico Nasdaq100.
Oggi la settimana si chiuderà ancora in attesa che i mercati decidano se fare
questa benedetta correzione oppure puntare nuovamente fin da subito sui massimi
storici di SP500. Ho la sensazione che non ce lo vogliano dire prima del
week-end.
Pierluigi Gerbino